Lo studio legale Olivo, tutelando gli interessi della società Ubik, Cliente di Studio, ha seguito un particolare caso relativo ad una presunta violazione degli Standard della Community di Facebook.
La libreria Ubik Legnano dopo aver pubblicato una foto, che ritraeva la copertina del libro Taschen di Helmut Newton, ha subito un imponente attacco di censura da parte di Facebook; un effetto a cascata che ha portato alla chiusura di numerose pagine legate alla libreria Ubik. In pochi giorni vengono oscurate le pagine delle sedi Ubik di: Cesena, Treviso, Avezzano, Cagliari, Bologna, Taranto, Trento (una delle librerie più grandi e importanti del Gruppo), Omegna, Lucca ecc. Pagine che nulla avevano a che fare con il contenuto oggetto di censura. L’algoritmo automatico di Facebook ha erroneamente censurato come “nudo artistico” l’immagine di copertina del libro in questione. Erroneamente, in quanto, secondo il punto 14 dello Standard della Community:”… È permessa anche la pubblicazione di fotografie di dipinti, sculture o altre forme d’arte che ritraggono figure nude”.
Il blocco della Pagina da parte di Facebook crea innumerevoli danni sia di tipo economico che d’immagine. Si parla infatti di: “danno da cancellazione immotivata di profilo social”. Possiamo prendere ad esempio l’ordinanza 10.3.2021 del Trib. di Bologna che ha condannato Facebook Ireland al pagamento della somma di Eur 12.000 per aver cancellato il profilo personale e le due pagine ad esso collegate di un professionista bolognese. La motivazione dell’ordinanza è la seguente:
“L’esclusione dal social network, con la distruzione della rete di relazioni frutto di un lavoro di costruzione […] è suscettibile dunque di cagionare un danno grave, anche irreparabile, alla vita di relazione, alla possibilità di continuare a manifestare il proprio pensiero utilizzando la rete di contatti sociali costruita sulla piattaforma e, in ultima analisi, persino alla stessa identità personale dell’utente, la quale come noto viene oggi costruita e rinforzata anche sulle reti sociali. Tal danno non è facilmente emendabile creando un nuovo profilo personale e nuove pagine, atteso che resta la perdita della rete di relazioni, la quale viene costruita dagli utenti del social network con una attività di lungo periodo e non semplice”. Il fatto che il social network abbia cancellato in modo irreversibile i dati, oltre a denotare, secondo il giudice, una condotta contrattuale profondamente scorretta, – non essendo una documentazione cartacea, bensì immateriale e quindi agevolmente conservabile per un certo periodo di tempo senza costi eccessivi -, comporta inevitabilmente un danno irreparabile”.
La stessa ordinanza afferma inoltre che: “Non può dubitarsi, dunque, che l’utente offra al gestore, con atto negoziale dispositivo, l’autorizzazione a utilizzare i propri dati personali a fini commerciali, sicché, nonostante l’affermata gratuità del servizio, sussiste per entrambi i contraenti il requisito della patrimonialità della prestazione oggetto dell’obbligazione (art. 1174 c.c.)”. È per questi motivi che il rapporto giuridico tra l’utente ed il social network è un negozio oneroso, un contratto, a prestazioni corrispettive. L’inquadramento del rapporto utente-gestore come un contratto comporta conseguenze giuridiche ben precise, fra cui il diritto di recesso: non è possibile recedere da un contratto a prestazioni corrispettive senza una giustificata causa.”
Lo Studio legale Olivo ha tutelato la posizione della Società Cliente Ubik, prima inoltrando dovuta pec, poi proponendo diffida al Tribunale di Irlanda. Mezzi che hanno avuto esito positivo in quanto tutte le pagine di Ubik sono state ripristinate.
Alleghiamo articoli da scaricare relativi alla vicenda.